Gli alunni non autonomi in almeno una delle attività considerate costituiscono il 17,5% degli alunni con sostegno. Tra questi, il 6% ha problemi di autonomia più gravi, in quanto non è in grado di svolgere da solo nessuna delle tre attività.
Nel Mezzogiorno la presenza di alunni con ridotta autonomia è maggiore rispetto al resto d’Italia (21%); di contro la percentuale più bassa si registra nelle regioni del Nord (14%).
Tra gli alunni non completamente autonomi, la maggiore difficoltà è rappresentata dall’andare in bagno da soli (16%), meno frequenti le difficoltà nello spostarsi o nel mangiare (rispettivamente l’11% e il 7%).
Nel Mezzogiorno più ore per il sostegno ma pochi assistenti all’autonomia
Il numero di ore settimanali di sostegno assegnate in media a ciascun alunno ammonta complessivamente a 13,7. La dotazione di ore è maggiore nella scuola primaria, 15 ore contro le 11,9 rilevate nella scuola secondaria di primo grado. A livello territoriale si osservano differenze per entrambi gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiore nelle scuole del Mezzogiorno, mediamente 3 ore settimanali in più rispetto a quelle rilevate nelle scuole del Nord.
Negli ultimi cinque anni le ore di sostegno settimanali hanno subito un incremento del 14%, 1,7 ore in più a settimana per entrambi gli ordini scolastici. L’incremento si osserva su tutto il territorio ma è più alto nelle regioni del Centro dove supera il 18% (2,2 ore in più a settimana) ed è minimo nel Mezzogiorno (10%, 1,3 ore in più), che però registrava in partenza valori medi settimanali più elevati (Figura 13).
Nel complesso, malgrado l’aumento nella dotazione di ore a supporto della didattica, i bisogni degli alunni non sembrano ancora pienamente soddisfatti.
Dall’indagine emerge che il 5% delle famiglie degli alunni con sostegno ha presentato ricorso al Tribunale civile o al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), ritenendo l’assegnazione delle ore non idonea a soddisfare il bisogno dell’alunno. Nelle regioni del Mezzogiorno, i ricorsi risultano più frequenti in confronto alle regioni del Nord (rispettivamente 6% e 3%). La frequenza di ricorsi è maggiore nella scuola primaria (5,4%, contro 3,8% registrati nella scuola secondaria di primo grado).
Come previsto dalla più recente normativa in merito alla promozione dell’inclusione scolastica, per la realizzazione del progetto individuale è importante che ci sia una continuità del rapporto tra docente per il sostegno e alunno, non solo nel corso dell’anno scolastico, ma anche per l’intero ciclo scolastico; ciò oltre a favorire l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra l’alunno e il docente, permette all’insegnante di svolgere la propria attività nell’ambito di un progetto più ampio finalizzato all’inclusione. Per l’anno scolastico 2017/2018 la quota di alunni che ha cambiato insegnante per il sostegno rispetto all’anno precedente risulta piuttosto elevata, il 41%. Il fenomeno è più frequente nel Mezzogiorno (45%) mentre si riduce nelle regioni del Nord (38%).
Una quota inferiore, ma non trascurabile di alunni, il 12%, ha cambiato insegnante per il sostegno nel corso dell’anno scolastico. Questo accade più frequentemente nelle scuole primarie del Nord, dove la percentuale sale al 14%.
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