ROMA, 25/09/2017 – Sulla ‘ndrangheta si è detto e visto molto, sappiamo della sua pervasiva capacità di infiltrarsi nelle istituzioni e negli appalti, di lucrare sulla spesa pubblica, di gestire il traffico internazionale di droga, conosciamo la sua abilità nel cambiare pelle e il suo fiuto per gli affari. L’inchiesta di PresaDiretta prova a fare un passo avanti, entra nelle stanze segrete del potere politico criminale per raccontare chi sono quelli che le abitano, i Mammasantissima.
A PresaDiretta, il racconto del livello segreto, il supervertice criminale, in cui si sono fusi ‘ndrangheta, massoneria deviata e politica, all’interno del quale si decide tutto: strategie economiche e politiche a livello nazionale.
Un’inchiesta ricca di rivelazioni, intercettazioni, testimonianze di pentiti e di latitanti.
Ma in Calabria c’è anche chi resiste. C’è una parte della società civile che combatte con il cuore e con la testa per cambiare le cose e una parte dello Stato che ha messo nel mirino i Mammasantissima.
In questa eccezionale puntata di PresaDiretta alcuni dei testimoni più importanti dell’impegno dello Stato nella lotta contro la criminalità organizzata come la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi e Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, che da anni indaga il livello più evoluto della criminalità e conosce i territori segreti dell’Anti Stato.
In Studio, ospite di Riccardo Iacona, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, uno dei magistrati più noti e in prima linea nella battaglia contro la ‘ndrangheta.
“I MAMMASANTISSIMA”, è un racconto di Riccardo Iacona con Danilo Procaccianti, Raffaella Pusceddu, Fabrizio Lazzaretti, Elisabetta Camilleri, Raffaella Notariale, Massimiliano Torchia
L’Antimafia era intervenuta a inizio marzo con gli uomini del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di Finanza sequestrando le liste degli affiliati di Calabria e Sicilia delle quattro principali associazioni massoniche italiane: Il Grande Oriente d’Italia, la Gran Loggia Regolare, la Serenissima Gran Loggia d’Italia e la Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.
Rosy Bindi, presidente della Commissione Nazionale Antimafia nel corso della trasmissione "Presadiretta" di Riccardo Iacona, dal titolo "I Mammasantissima", che andrà in onda stasera in prima serata alle 21.15 su Rai3, descrive con preoccupazione i primi risultati del lavoro della Commissione sui rapporti tra mafia e massoneria.
«I primi risultati dimostrano che tra gli iscritti alle logge massoniche di Calabria e Sicilia, ci sono alcuni nominativi di condannati per 416 bis, quindi per associazione mafiosa, nonché un numero rilevante di situazioni giudiziarie in itinere, imputati, rinviati a giudizio, sia di reati di mafia che di quelli che comunemente chiamiamo i reati spia di comportamenti mafiosi o comunque di collusione con la mafia».
«La nostra - precisa l’on. Rosy Bindi - non è un’inchiesta sulla massoneria, ciò che la Commissione Antimafia sta facendo è un’inchiesta sui mafiosi massoni. Per noi è molto importante questa inchiesta perché si parla di una sorta di nuova organizzazione delle mafie che vede insieme pezzi delle mafie, pezzi della massoneria, dello Stato, delle classi dirigenti del nostro Paese».
Nessuna loggia massonica ufficiale aveva consegnato i nomi degli iscritti alla scadenza fissata dalla Commissione alla data dell’ 8 febbraio 2017: richiesta della Commissione parlamentare Antimafia delle liste degli iscritti alle logge calabresi e siciliane.
Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, aveva risposto così a una domanda durante l’audizione come testimone in Commissione Antimafia: “Sulla consegna degli elenchi ho scritto una lettera alla presidente Bindi motivando il perché la consegna degli elenchi non può avvenire. Si ritiene che consegnando gli elenchi dei 23mila fratelli del Grande Oriente si compierebbe un reato, il Parlamento ha approvato una legge sulla privacy che tutela la riservatezza dei dati sensibili”. Bisi è stato convocato dopo l’arresto dei fratelli Occhionero, accusati di aver carpito dati a oltre 18mila persone. Tra le vittime del cyberspionaggio, secondo le indagini della Procura di Roma, ci sarebbe stato anche Bisi che ha sospeso Giulio Occhionero iscritto alla loggia massonica.
Amedeo Matacena, deputato di Forza Italia dal 1994 al 2001, condannato in via definitiva per concorso esterno alla 'ndrangheta, in Libano, attraverso relazioni politiche avrebbe potuto avere lo status di rifugiato politico. Oggi Scajola e la moglie di Matacena sono a processo per aver favorito la latitanza. L'ex deputato, invece, si è rifugiato a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti che con l'Italia non hanno un trattato di estradizione. A scriverlo è Huffpost di oggi 25 settembre 2017.
Il programma di Rai Tre "Presadiretta" ha raggiunto per la prima volta Matacena, che si definisce "costretto all'emigrazione, di fatto sono un perseguitato politico" ma intanto viene visto a Dubai a bordo di yacht di lusso.
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