La senatrice catanese del Movimento 5 Stelle, Nunzia Catalfo, commenta così la deliberazione nella serata di ieri del Consiglio dei Ministri che, su proposta del premier Giuseppe Conte, ha dato il via libera alla dichiarazione dello stato di emergenza per le zone colpite dal terremoto nella zona etnea.
Questi i Comuni interessati: Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant'Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea.
Contestualmente alla deliberazione del Cdm, la Protezione Civile ha emesso una ordinanza, a firma del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, per le misure urgenti che prevede per la prima volta nella storia degli interventi emergenziali, un contributo massimo di 25 mila euro per la realizzazione degli interventi necessari a ripristinare in tempi rapidi le condizioni di agibilità degli immobili danneggiati non gravemente appartenenti ai nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata sgomberata.
Il provvedimento stabilisce anche la nomina di Commissario delegato per Calogero Foti, Dirigente Generale del Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana e prevede la possibilità di chiedere la sospensione delle rate dei mutui e l’assegnazione di un Contributo di autonoma sistemazione, che può raggiungere un massimo di 900 euro mensili.
I nuclei familiari composti da una sola unità percepiscono 400 euro; quelli composti da due unità 500 euro; 700 euro quelli formati da tre unità; 800 euro quelli composti da quattro unità e 900 euro per quelli composti da cinque o più unità. È possibile disporre di ulteriori 200 euro mensili se in famiglia ci sono persone con handicap o con invalidità non inferiore al 67% o persone con più di 65 anni.
“Adesso è arrivato il momento di dare la giusta tutela ai nostri territori predisponendo una reale attività di prevenzione e non solo di interventi emergenziali. A tal proposito - conclude la senatrice Catalfo - vorrei ricordare che il M5S nei mesi scorsi ha presentato all’Ars una mozione a firma della deputata regionale Gianina Ciancio, concertata con tutti gli ordini professionali e approvata dal Parlamento regionale, finalizzata a modificare la categorica sismica da zona 2 a zona 1 nella Sicilia orientale e, in particolare, nelle provincie di Catania e Siracusa. Un atto che impegnava ufficialmente il Governo Musumeci e che ancora attendiamo”.
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Intervenendo oggi pomeriggio all'Assemblea Regionale Siciliana, Danilo Lo Giudice è intervenuto ricordando che oggi ricorre il 110° anniversario del terremodo di Messina.
"Oggi - ha detto il presidente del Gruppo Misto - discutiamo di una tragedia che ha colpito con violenza la zona Etna ma per fortuna non ha avuto conseguenze luttuose. I gravi danni che ha causato, devono però spingerci a riflettere in modo complessivo sul tema del terremoto, della prevenzione e della tutela di coloro che subiscono le conseguenze."
"A 110 ani esatti dal devastante terremoto di Messina (si verificò il 28 dicembre 1908, ndr) che vide decine di migliaia di vittime e oltre il 90% del patrimonio edilizio distrutto, non possiamo non ricordare che oltre 2.500 famiglie di quella città, oltre 7.000 persone vivono ancora nelle baracche.
Il Presidente Musumeci ha già più volte mostrato interesse e intenzione di intervenire, anche per averne interloquito spesso con il Sindaco De Luca, ma la stessa attenzione non è arrivata dal Governo nazionale."
Lo Giudice ha ricordato il recente parere espresso dal Dipartimento della Protezione Civile, contrario alla dichiarazione dello stato di emergenza a Messina: "nella città dello Stretto - ha detto il sindaco di Santa Teresa Riva - 7.000 persone, settemila persone, settemila cittadini fra cui tanti bambini che vivono nelle baracche non sono considerati come un'emergenza!!
Qui non si tratta di risolvere solo un problema di vivibilità, ma di dare dignità e diritti ad un'intera città e a migliaia di cittadini.
Non è certo una questione di colore politico, né di una parte politica, ma è l'esigenza espressa da una intera comunità."
"Per questo chiedo al Presidente che prosegua nel suo impegno con sempre maggiore incisività, perché il Governo, il Consiglio dei Ministri ribalti il parere del Dipartimento e riconosca formalmente la situazione di emergenza che a Messina è una realtà."
"Allo stesso tempo - ha concluso Lo Giudice - mi auguro che le risorse previste dalla legge regionale 10 del 1990 che ancora non sono state assegnate per risolvere tale emergenza e che ammontano ad 81 milioni vengano assegnate all’agenzia per il risanamento neo costituita, così da poter ridare dignità alla comunità messinese."
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