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LA BARONESSA DI CARINI NELLE CARTE DEL RIS O DELLA LEGGENDA?

27/11/2018 - In caso di Laura Lanza di Trabia, per la leggenda “la baronessa di Carini”, ferita a morte dal padre nell’omonimo castello, il 4 dicembre 1563, sarebbe degno di «Chi l’ha visto?».
In tv la sua vicenda è stata raccontata più volte, ma ben lontano dalla verità storica, sempre secondo quella ‘verità’ popolare che fa acqua da tutte le parti e tradisce le antiche e le odierne lotte contro la violenza sulle donne.

Pratica sempre ‘viva’, se nei primi 10 mesi del 2018, secondo i dati Eures, diffusi in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre, sono state 106 le donne uccise in Italia.

E ieri come oggi, nel 70% dei casi le violenze avvengono in famiglia, all’interno della coppia, mogli e madri. Sembra invece non appartenere alla Sicilia il primato del ‘rischio violenza’ ma al Nord, seguito dal Sud.

Il caso della Baronessa di Carini in effetti non si è mai chiuso né risoto, anzi lo hanno riaperto nel 2014 i Carabinieri del Ris di Messina e il grafologo del Tribunale di Palermo, Carmelo Dublo. Il delitto, avvenuto nel 1563 nel castello di Carini, archiviato come «delitto d’onore», per mano del padre Cesare Lanza, avrebbe ben altri contorni.

Il comandante del Ris di Messina, tenente colonnello Sergio Schiavone è impegnato a svelarne il mistero attraverso nuove tecniche investigative.


Forse coinvolgendo Chi l’ha visto o Quarto Grado potremmo saper chi l’ha uccisa e perché. Se è stato veramente il padre, don Cesare Lanza, o il marito, il barone Vincenzo La Grua Talamanca? Se è vero che Laura, costretta a sposare Vincenzo La Grua a soli a 14 anni fu vittima della follia del marito del padre? Strategicamente del padre per non dovere restituire la dote, come prevedeva la legge del tempo.

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