Messina, 19/11/2018 - Il gruppo Pari Opportunità di CMdB ricorda e celebra il 20 Novembre la Giornata universale del bambino, dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, con la quale l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite riunì nel 1954 i paesi membri attorno all'imprescindibile tema della tutela del benessere dei bambini, trasversalmente riconosciuto come valore comune e fondamentale di ogni società. La Giornata è stata dedicata, fin dalla sua assegnazione, ad attività di promozione, campagne di informazione, dibattiti e progetti concreti legati al riconoscimento e soprattutto, al mantenimento, di diritti elementari, ancora oggi marginalmente applicati su scala mondiale: il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione e al gioco, il diritto alla famiglia, alla protezione dalla violenza, alla non discriminazione e all’ascolto.
Cinquant'anni dopo, Ong e associazioni nazionali e sovranazionali, come Save the children, Unicef e SOS Villaggi dei bambini, presentano report ed illustrano dati allarmanti circa la condizione dei bambini, anche quando raffrontanti a paesi ricchi e democratici: nel mondo infatti, sono 220 milioni che crescono senza l'affetto dei genitori o sono a rischio di perderlo mentre in Italia sono 91000 le vittime di maltrattamenti, un milione e trecento quelli che vivono in povertà, oltre la metà non legge un libro, quasi uno su tre non usa Internet e più del 40% non fa sport. Numeri che danno l'idea di quanto il bambino e l'adolescente siano in fondo, sovraesposti a fenomeni sociali estremi di privazione economica, violenza, discriminazione.
A sostegno di quest'analisi concorrono anche quelle statistiche che descrivono il grado di resilienza dei giovanissimi in materia d'apprendimento:
chi riesce ad ottenere ottimi rendimenti a scuola provenendo da situazioni famigliari svantaggiate, risulta proporzionalmente incentivato dalla presenza di servizi e spazi appositi facilmente fruibili nel proprio territorio. Se al Nord, quindi, più di un minore su 3 risulta "resiliente", al Centro la situazione si assesta tra il 20 e il 30% mentre al Sud precipita con punte al di sotto dell'uno su cinque.
Le sperequazioni culturali e sociali del nostro paese, pertanto, possono essere raccontate proprio a partire dai più giovani, terminali sensibili e spesso non rappresentati, di disagi e problematiche universali.
Anche per questo, considerando il particolare periodo storico in corso, ci appaiono grottescamente paradossali e purtroppo, pericolosi, quei tentavi di minare le già fragili conquiste di diritto a tutela dei minori, che sono state fatte finora:
il DdL Pillon che mette in discussione la voce del bambino, introducendo l'aberrazione antiscientifica della Pas (Sindrome da Alienazione Parentale) e ne distrugge la stabilità trattandolo non come individuo, ma campo di battaglia e spartizione fra genitori concorrenti, è paradigma di una politica profondamente avversa ai più piccoli e indifesi.
In continuità con simile involuzione, arriva proprio in questi giorni la notizia della riduzione del congedo parentale da parte del governo giallo-verde, a riprova che se qualcuno pensava che con il DdL Pillon sarebbe stato maggiore il protagonismo dei padri, si sbagliava: il diritto dei bambini a godere appieno anche della genitorialità e delle cure paterne viene notevolmente limitato, in favore di una visione della famiglia nuovamente sbilanciata in termini di carichi di responsabilità, compiti, incombenze e di conseguenze, ruoli, tempi, prospettive.
Per questo, come gruppo Pari Opportunità riteniamo quanto più necessario schierarci dalla parte dei senza voce, frammentati volti del nostro futuro e chiedere con maggior forza che l'infanzia e l'adolescenza siano protette dagli interessi degli adulti, perché sacra e precaria è l'età della formazione etica, culturale e sociale della persona e nostro dovere difenderla sempre.
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