Colapesce, del resto, non è propriamente un nome pittoresco ma l’appellativo che Nicola si guadagna per queste sue disobbedienti prerogative, trascorrendo la maggior parte del tempo in mare, fino a meritare la maledizione della madre: “Possa tu diventare un pesce”.
Maledizione che appartiene ad una delle tante versioni della leggenda di Colapesce, tramandata oralmente in Sicilia e in varie altre parti dell’Italia Meridionale. E nella stessa Sicilia, come sappiamo, Colapesce viene reclamato da più città come proprio concittadino (tra queste Siracusa e Palermo).
Nella versione messinese, Cola è un giovane del Faro, con genitore e fratelli dediti alla pesca (pescatori) per campare mentre lui non dimostra di voler seguire le orme paterne e fraterne, ma di volere trascorrere il suo tempo in mare, lontano da casa, dove nessuno può vederlo e capire come intenda dedicarlo il tempo.
Piuttosto che contribuire all’economia familiare Cola non solo non va a pescare ma capita che rimetta in mare i pescei ancora vivi pescati dal padre e dai fratelli, guadagnandosi le rimostranze della madre che lo considera un perditempo.
Il supereroe Colapesce tuttavia non passa il suo tempo combattendo contro esseri alieni e mostri marini, ma contro disastri naturali sì, poiché è quello il potenziale timore, che una delle tre colonne su cui poggia la Sicilia possa cadere da un momento all’altro, lasciando sprofondare per sempre la Sicilia e i siciliani: metafora che da sola basterebbe a fare di Colapesce un supereroe da celebrare e imitare.
E allora, come non immaginare un giovane illuminato, reso sensibile proprio dalle sue stesse ‘particolari’ poteri, supereroe contro le magagne degli uomini, contro lo scempio ambientale che ogni giorno si consuma e che rende sempre più fragile l’ecosistema, fino a minacciarne la sopravvivenza.
Colapesce non è un supereroe del gesto e non della parola. I supi messaggi si concretizzano e si tramandano nei fatti, nella metafora e nello spirito di emulazione.
Lucio Dalla è un supereroe della parola, una ‘sirena’ dal canto ammaliatore, con le piume non nei piedi ma nell’ugola, abitante nel mar Tirreno (a Milo), la cui voce soave placavano i marinai, e non puniva con morte crudele «chi comanda, non disposto a fare distinzioni poetiche». I potenti che vorrebbero controllare o abolire il pensiero, che però «come l'oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare. Così stanno uccidendo il mare. Così stanno umiliando il mare». (Lucio Dalla, Com’è profondo il mare)
Lucio Dalla come Colapesce, ha immerse la sua coscienza nelle profondità marine, laddove l’ecosistema svolge buona parte delle sue perfette funzioni per garantire l’equilibrio e laddove l’uomo si ostina a distruggere, spargendo veleni d’ogni natura, d’ogni pericolosità.
Colapesce da Messina testimonia l’eroismo e l’abnegazione dei siciliani, rimanendo per sempre nelle profondità marine a sorreggere la colonna erosa dal fuoco che rischia di far crollare la sua amata Terra, la Sicilia. Cola studia e descrive il Pianeta attraverso le meraviglie e lo scempio dei mari (ieri come oggi); la ricchezza e il degrado (splendore e squallore) che si nascondono nelle immense profondità abissali, giacché l’uomo per sete di dominio e di potere, / vuol somigliare al Dio dell’infinito e vuole avere potere perfino sul nascere e il morire. L’uomo si esalta per onnipotenza, vorrebbe sovvertir pure la scienza, / comprare col denaro anche se stesso.
Colapesce studia e ‘sorregge la colonna’ del delicato ecosistema, minacciato dall’inquinamento e dall’inesorabile degrado dell’ambiente marino, che modificano la naturale condizione dell’ecosistema. Degrado causato dall’uomo e dalle sue attività sbagliate, sversando e immettendo nel mare sostanze tossiche in grado di procurare depressione del sistema immunitario e stravolgere perfino le funzioni riproduttive. Negli anni ’90 il morbillivirus diffusosi nel Mediterraneo si è poi diffuso nel mar Tirreno, nello Ionio e nell’Egeo. Sostanze molto difficili da degradare, tossiche e cancerogene, come il DDT, capace di alterare le funzioni ormonali e i processi riproduttivi in numerose specie del Mediterraneo: pesci spada, tonni rossi, stenelle striate, tursiopi, delfini e balenottere.
Altra enorme iattura sono la plastica e i rifiuti plastici che vengono a contatto con mammiferi marini, pesci, uccelli e tartarughe, sia in superficie che nelle profondità marine. Molte di queste creature finiscono per ingerire quantità di plastica, scambiandola per cibo. Ciò provoca la morte dell’animale per ostruzione del tratto digestivo, e conseguente inedia o soffocamento.
“Quanto è profondo il mare!”, disse Colapesce. Quanti misteri poi volle svelare di quell’ambiente a lui piuttosto ignoto. Vide che nei fondali c’era tanta vita, antri e crateri, che non è abisso di paurosi mostri. I mostri che ci posson spaventare / sono soltanto nella nostra mente. / Gli abissi oscuri a volte sono in noi, / fantasmi dell’inconscio e del pensiero, / figli della paura che non vuoi, / quando smarriam la rotta ed il sentiero.
Il mistero più grande della Terra,
è regolare il clima del Pianeta,
stemperando emissioni di gas serra,
ma l’uomo pensa solo alla moneta.
Il problema della plastica è attualmente oggetto di intense ricerche in quanto, sembra ormai certo che rilasci col tempo micro e nano plastiche in grado di penetrare all’interno degli animali e di accumularsi.
E Lucio Dalla severamente accusa:
«Così stanno bruciando il mare,
così stanno uccidendo il mare
così stanno umiliando il mare,
così stanno piegando il mare».
Così Colapesce:
Guardare avanti è giusto se la meta / è degna perché rispondente al bene, / utile non soltanto alla moneta / e a tutto ciò che al potere conviene.
Ma a volte l’uomo manca al suo dovere,
violare vuol, tradire ed oltraggiare
la libertà degli altri col potere,
Anche Ulisse, autore di molti inganni, ascolta le voci armoniose delle sirene, ma con l'aiuto di Circe ,figlia del Sole, evita la morte.
Infatti la dea ammonisce l'astuto uomo così: " Quando ti avvicinerai all'isola delle sirene, ammorbidisci la cera con le dita e tappa le orecchie dei marinai: così non sentiranno le voci e eviteranno l'ingiusta morte. Tu invece, legato con robuste funi all'albero della nave sentirai i canti delle sirene"
0 Response to "LA LEGGENDA DI COLAPESCE: UN SUPEREROE ECOLOGISTA, ALTRO CHE PERDITEMPO"
Post a Comment