10/07/2018 - Nel 2016, la maggior parte delle violazioni contestate riguarda la gestione dei rifiuti (8.792 procedimenti) e delle acque reflue (1.636). Sono invece 170 i procedimenti per il trasporto non autorizzato di rifiuti e 164 quelli per il traffico organizzato dei rifiuti. Rispetto al 2013, sono in calo nel 2016 le azioni penali avviate per traffico organizzato di rifiuti (da 105 a 58).
Aumentano nel contempo i procedimenti per incenerimento dei rifiuti. Queste violazioni sono più numerose al Sud, in particolare in Campania, Sicilia e Calabria, ma incrementi si sono avuti anche nel Lazio e al Nord, in Piemonte e Lombardia.
La durata delle indagini nelle Procure è molto variabile sul territorio. Tuttavia si segnala un aumento generalizzato dei tempi dei procedimenti: nel 2015 la durata media delle indagini è stata di 457 giorni, in aumento di quasi il 30% rispetto al 2010.
In diminuzione il numero complessivo delle violazioni edilizie: meno 55,9% tra il 2006 e il 2016 (sono 10.277 i procedimenti contro autori noti per cui inizia l’azione penale nel 2016, erano 23.323 nel 2006). Il numero dei procedimenti per questo tipo di violazioni è più alto in Campania, nel Lazio, in Sicilia, in Puglia, in Calabria.
Le violazioni in tema di gestione delle acque reflue e lottizzazione abusiva con mancato rispetto del vincolo paesaggistico colpiscono in particolare i comuni costieri. È coinvolto il 69,1% dei comuni litoranei rispetto al 14,8% di quelli non litoranei. Le regioni più interessate sono la Campania, il Lazio e la Basilicata con rispettivamente il 92%, l’88% e l’86% dei comuni interessati.
Sono ancora in numero elevato i reati relativi agli incendi boschivi a carico di ignoti (3.579 nel 2015), mentre risultano stabili nel tempo i procedimenti contro autori noti (500 nel 2015).
Le zone più intensamente colpite dagli incendi boschivi nel corso degli ultimi anni si trovano nei dintorni di Roma, nel Sud pontino e in aree della Liguria e della Puglia.
Il tema della “protezione dell’ambiente” soprattutto in relazione allo sviluppo economico e all’antropizzazione del territorio è di grande complessità e ha molteplici implicazioni che hanno sollevato nel tempo crescente attenzione per le problematiche ambientali e condotto ad una rapida crescita della produzione legislativa. Quest’ultima si riflette nell’incremento del numero di atti, approvati nel corso degli anni, che contengono nel titolo le parole “inquinamento”, “ambiente” o “paesaggio” e sono quindi direttamente ed espressamente indirizzati allo scopo della protezione ambientale.
Si tratta di una normativa relativamente recente. Al momento della Costituente in Italia erano in vigore solo una norma sui Beni culturali (L. 1089/1939) e una sulle Bellezze naturali (L. 1497/1939), queste anche se abrogate e sostituite sono tuttora oggetto di attenzione. La produzione normativa successiva è avvenuta spesso sulla spinta di direttive europee e convenzioni internazionali, ma anche di disastri di grandi proporzioni che hanno messo in luce come la problematica ambientale non può essere confinabile a un singolo Stato ma deve essere affrontata anche a livello sovranazionale. Così, se fino al 1960 gli atti emanati, che nel titolo si riferiscono all’“ambiente”, erano solo cinque, diventano 77 nel 1990 per poi arrivare ai 189 odierni. Nel 2006 è stato approvato il cosiddetto Testo unico ambientale (T.U.A.), D.lgs.152/2006, relativo in particolare alla gestione delle acque reflue e dei rifiuti.
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