Roma, 1 luglio 2018 - “Secondo la Corte d'Assise di Caltanissetta le dichiarazioni di Vincenzo Scarantino sono state al centro di uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana. Per la Corte, presieduta da Antonio Balsamo, il depistaggio è stato compiuto da uomini dello Stato. Tra questi, Arnaldo La Barbera, funzionario di Polizia che coordinò le indagini sull’attentato. Le motivazioni della sentenza hanno certificato che esiste una parte 'malata' dello Stato che si è servita di Cosa nostra. Secondo la Corte, infatti, chi aveva il compito di condurre le indagini sulle stragi del ’92 ha indirizzato l’inchiesta, costringendo Scarantino a raccontare una falsa versione della fase esecutiva dell'attentato. Nelle 1865 pagine di motivazione si parla anche di un collegamento tra il depistaggio e l'occultamento dell'agenda rossa di Paolo Borsellino, da sempre uno dei più grandi misteri italiani. Appare evidente, secondo la Corte, che l'agenda di Borsellino sia stata fatta sparire da esponenti dello Stato e non di Cosa Nostra”, si legge nella nota.
“Negli anni troppe persone hanno perso la vita per combattere la mafia e i suoi costanti collegamenti con parti delle istituzioni, cittadini onesti morti per difendere il nostro Paese. Avere la certezza che importanti personalità dello Stato abbiano esercitato in modo distorto i loro poteri, ci trasmette ulteriore rabbia. Il MoVimento 5 Stelle non ha mai smesso di seguire con attenzione il dibattimento del processo ‘Borsellino quater’, così come gli altri importanti processi sulle stragi. Nel corso degli anni abbiamo fatto diverse interrogazioni parlamentari perché, a nostro avviso, c’erano troppi passaggi poco chiari in questa assurda vicenda. I cittadini hanno il diritto di sapere la verità e devono potersi fidare dello Stato. Per tale motivo ci batteremo con tutte le nostre forze affinché venga fatta chiarezza, e giustizia, sulla strage di via d’Amelio”, concludono i capigruppo M5S.
"C'è evidentemente un filo che lega la sentenza sulla trattativa fra lo Stato e la mafia e questa sentenza sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio.
Verità giudiziarie in più sedi e più procedimenti confermano la verità storica di pezzi dello Stato che agirono per la mafia e della mafia che agì per conto di pezzi dello Stato.
Mentre occorre non fermarsi per giungere alla piena verità e giustizia, dobbiamo tutti avere gratitudine per la professionalità e la pervicacia di quei Magistrati che hanno continuato a cercare la verità, non a caso spesso attaccati e isolati anche da istituzioni che avrebbero dovuto difenderli.
Dobbiamo tutti gratitudine a quella parte della società civile, come il movimento delle Agende Rosse, che non si è distratta e non ha dimenticato.
Soprattutto abbiamo tutti un dovere di gratitudine e vicinanza alla famiglia di Paolo Borsellino che non ha mai smesso, con grande lucidità, compostezza e senso delle istituzioni, di continuare a chiedere giustizia."
Lo ha dichiarato Leoluca Orlando
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