Eppure solo pochi giorni fa, il 28 maggio, c’è stato l’ennesimo sbarco: 450 migranti trasferiti nell’ex caserma di Bisconte, trasformata in hot spot con il silenzio dell'amministrazione comunale. Una struttura trasformata in breve tempo in una “polveriera”, come dimostrano le numerose manifestazioni di protesta dei residenti che lamentano precarie condizioni di sicurezza in un’area già altamente degradata. Non sono, peraltro, mancate le segnalazioni di violazioni di diritti umani e di condizioni da “lager” all’interno dell’hot spot.
Ad essere fallimentare è l’intera gestione dell’accoglienza da parte di questa amministrazione che sta facendo sentire i messinesi “stranieri in casa loro”.
Al di là dell’hot spot, ci sono 15 Sprar per un totale di 200 posti, oltre a diversi centri di prima accoglienza per i minori stranieri, i quali, nella maggior parte dei casi, rimangono all’interno delle strutture sino al raggiungimento della maggiore età senza essere avviati ai percorsi educativi previsti dalla legge. Complessivamente i migranti sono circa mille, un numero superiore ai limiti indicati dalla legge per le Città Metropolitane, determinando difficoltà di gestione anche a scapito della loro dignità, nonché rischi di tensione con i residenti, dovuti al fatto che gran parte degli stranieri vengono “parcheggiati” in ogni angolo della città, quando non trascorrono tutta la giornata ai semafori come “lavavetri”.
É una situazione vergognosa e lesiva dei diritti degli stessi migranti. Messina è stata trasformata in un “immenso hot spot a cielo aperto”, senza che venisse attuata alcuna forma di reale integrazione e non tenendo in considerazione i disagi manifestati dai residenti. É quindi urgente cambiare radicalmente l’impostazione, in linea con quanto previsto dal mio programma. Nello specifico bisognerà adottare misure concrete volte alla riduzione degli sbarchi e del numero di presenze, chiudere l’hot spot ed applicare integralmente quanto imposto dal decreto Minniti, che prevede l’impiego degli immigrati, in attesa delle misure di protezione internazionale, in attività di utilità sociali in favore della collettività (verde e spazi pubblici, impianti sportivi, ecc.). Cpn l’obiettivo di ridurre i costi dell’accoglienza, avvieremo un’attenta verifica delle procedure che fin qui hanno portato agli affidamenti di competenza del Comune, anche con riferimento alle ditte aggiudicatarie che gestiscono a vario titolo le strutture d’accoglienza.
Nel 2018 si prevede una spesa nazionale che raggiungerà 5 miliardi di euro per l’accoglienza e Messina contribuisce in modo considerevole a questi costi. Se vogliamo cambiare rotta dobbiamo smettere di considerare Messina come un “parcheggio” per migranti e una centrale di “smistamento”, e costruire, come abbiamo intenzione di fare, un percorso di vera integrazione".
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