In Sicilia sono 139 comuni al voto, ma il provvedimento della Regione trova applicazione solo per le città metropolitane di Catania e Messina, dove oltre a sindaco e consigli comunali, i cittadini saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentanti nelle circoscrizioni.
“Dettare regole diverse per le operazioni di scrutinio nei comuni dell’Isola - dicono i parlamentari - è funzionale solo a innescare confusione: da un lato si autorizzano i presidenti di seggio a fermare le operazioni in piena notte per riprenderle alle 9 del mattino, dall’altro si impone loro di ‘provvedere alla custodia della sala assicurandosi che non entri nessuno’. È una cosa folle, che non agevola né gli scrutatori né i presidenti di seggio”. “Il Governo pensi a farsi promotore di iniziative che assicurino un voto libero - concludono i parlamentari del M5S - non a emanare atti pasticciati e confusionari”.
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