“Tutto questo fa capire che non si è ancora imparato nulla dalla sonora batosta che i cittadini hanno inferto al PD. Il problema del PD oggi non è la guida, non è il comandante, il problema del PD oggi è la rotta e la rotta non può dipendere soltanto dal comandante”.
Un comandante - spiega Macchiarella - che si arrocca in cabina di comando per scegliere da solo la rotta, lo abbiamo già visto e il risultato è il disastro che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Ancor di più in Sicilia - aggiunge -, dove si è scelto di condividere il percorso con chi pochi mesi prima non si era fatto scrupolo di rifiutare il simbolo del PD nella propria coalizione, offendendosi addirittura se lo si accomunava al partito democratico.
Scelte come questa, insieme alla mortificazione dei territori, in cui sono stati calati capolista da Roma, che non avevano alcun collegamento con i militanti e con la storia di quei luoghi, hanno portato alla disaffezione dei cittadini e al forte segnale che gli elettori hanno voluto dare al PD, che in Sicilia colleziona uno dei risultati peggiori di tutta Italia!
L’unica speranza di salvezza per il PD è che la rotta venga decisa collegialmente dai dirigenti e dagli iscritti, tutti insieme.
Una rotta ben condivisa, che faccia diventare il pd un partito progressita,plurale e democratico, con una visione ben chiara del futuro.
Soltanto dopo che la rotta sarà ben definita e ben chiara a tutti, si potrà scegliere il comandante che più è in grado di perseguirla. Viceversa-conclude-, se si continuerà a parlare di comandanti e non di rotte, questa barca continuerà ad affondare.
Dario Macchiarella,
componente segr. provinciale Giovani Democratici Palermo
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