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PORTI: MESSINA DEVE AVERE LA PROPRIA AUTORITÀ PORTUALE, CON O SENZA I PORTI D’OLTRE STRETTO

“Dibattito sui porti: Messina deve avere la propria Autorità Portuale, con o senza i porti d’oltre stretto. Giusto combattere per la promozione a porto “core”, ma non si può attendere il 2022, bisogna agire nel prossimo Parlamento”. Documento di CapitaleMessina a firma del Vicepresidente Gianfranco Salmeri.

Messina, 24 Febbraio 2018 - Non possiamo che essere soddisfatti se il tema della difesa della portualità messinese entra nel dibattito pre-elettorale cittadino, come sta avvenendo in questi giorni, grazie alla sollecitazione della Gazzetta del Sud. E la soddisfazione è ancora maggiore nel constatare che il tema dell’autonomia dell’Autorità Portuale, che se fino a non molto tempo fa, quando a combattere contro l’accorpamento con Gioia Tauro si era in pochi, era considerato un argomento marginale, se non materia per tecnici, adesso è entrato di diritto nell'agenda politica cittadina, ma anche regionale, se non nazionale. Tutti d’accordo, ormai anche i più riluttanti, che il matrimonio con Gioia Tauro “non s’ha da fare!”
Ma quali sono gli scenari auspicabili e quali i livelli di intervento?

La nostra posizione é quella dell’autonomia tout court della nostra Autorità Portuale. È giusto, come ribadito da più parti, lavorare in prospettiva per la promozione di Messina a porto “core”, i benefici sarebbero certi; ma non possiamo attendere il nuovo regolamento dei porti europei del 2022: qualcosa va' fatta prima ed il primo livello è quello dell’interlocuzione della città col prossimo Governo nazionale. Messina deve puntare ad essere la 16ma Autorità di Sistema Portuale, con Villa S.G. e Reggio Calabria se è possibile, altrimenti da soli.

D’altro canto, e lo abbiamo detto a più riprese, Messina/Milazzo con i suoi cinque porti, Milazzo, Giammoro, Tremestieri, S. Francesco, Porto storico, è già un sistema portuale a sé stante, che non ha nulla da invidiare a Palermo o a Catania, anzi tutt’altro!
Ed il fatto di non essere porto “core” non può costituire un ostacolo: anche Civitavecchia è porto “comprehensive” come Messina, eppure è sede di Autorità portuale.
Si tratta solo di volerlo fare. Ha ragione da vendere Lucio D’Amico, il Decreto Del Rio non è come le Tavole di Mosè, può essere modificato se c’è una volontà politica; e questa dovrà essere la “missione” dei parlamentari che la città invierà a Roma.

Ma il secondo livello di intervento è in capo alla Regione: Musumeci ha ribadito più volte la volontà di difendere il Sistema Portuale messinese; sarà importante anche una sua decisa e costante attività di “moral suasion” nei riguardi del Governo nazionale per ottenere il risultato che questa città merita, la sopravvivenza ed il rilancio della propria Autorità Portuale.

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