Nel rispetto della norma vigente, che vincola l'istituzione della Zes alla presenza di una infrastruttura portuale classificata TEN-T, è stato proposto e ottenuto di inserire nel DPCM che "la Zes sia di norma composta da territori quali aree portuali, retroportuali, anche di carattere produttivo ed aeroportuali. Abbiamo anche proposto e ottenuto che la superficie da destinare ad ogni Zes sia determinata da due criteri: popolazione ed estensione territoriale delle singole regioni interessate, modificando cosi la proposta iniziale che prevedeva il solo criterio della densità di popolazione”.
Le Zone Economiche Speciali vanno intese "come aree geograficamente limitate e chiaramente identificate, nelle quali le imprese potranno beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo territoriale (credito d'imposta per investimenti fino a 50 milioni di euro e semplificazioni amministrative per favorire gli investimenti). Potranno così ricoprire un ruolo centrale nel processo di ripresa delle economie del Mezzogiorno, attraverso un rafforzamento della rete portuale presente nelle regioni meridionali”.
Sulla base delle esperienze internazionali e nazionali, "sono state previste misure incentivanti per investimenti strategici in grado di attrarre grandi imprese nazionali e multinazionali nelle aree portuali e retro-portuali del Mezzogiorno, aumentare il livello di occupazione, incrementare l'attrattività nelle regioni interessate, creare nuovi modelli di produzione e diversificazione economica".
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