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RIFIUTI: RACCOLTA DIFFERENZIATA, IN SICILIA E CALABRIA I VALORI PIÙ BASSI

Annuario statistico italiano edizione 2017. Torna l’appuntamento di fine anno con l’Annuario statistico italiano che, dal 1878, offre ai lettori uno strumento autorevole per documentare lo stato e le trasformazioni del nostro Paese, e dunque per conoscerlo meglio.

Roma, 28/12/2017 - Nel 2015, i rifiuti urbani raccolti sono pari a 29,5 milioni di tonnellate (circa 486 chilogrammi per abitante), un valore leggermente più basso a quello del 2014, una modesta inversione di tendenza rispetto all’andamento osservato nel periodo 2010-2013. Di questi, il 47,5 per cento è stato raccolto in forma differenziata (Tavola 2.7). In termini pro capite le quantità maggiori si raccolgono nelle regioni del Centro (542,7 chilogrammi); nelle altre ripartizioni i valori dell’indicatore risultano inferiori alla media italiana e sono pari a 472,7 chilogrammi per abitante nel Nord-ovest, 455,2 nelle Isole e 437,4 nelle regioni del Sud.

L’Emilia-Romagna (641,8 chilogrammi per abitante) e la Toscana (607,1) sono le regioni in cui si raccolgono più rifiuti urbani in rapporto alla popolazione, mentre in Basilicata e Molise i valori sono inferiori ai 400 chilogrammi pro capite (rispettivamente 345,9 e 389,7). Anche per la raccolta differenziata le differenze territoriali sono rilevanti. Nel Settentrione più della metà dei rifiuti urbani raccolti è differenziato, ad eccezione di Liguria (37,8 per cento) e Valle d’Aosta (47,8 per cento).

Nel Centro si differenzia poco più del 40 per cento, anche a causa del moderato valore del Lazio (37,5 per cento), nel Sud circa il 39 per cento, mentre la raccolta differenziata è pari a meno di un quarto di quella totale nelle Isole (23 per cento). Le migliori performance si rilevano nelle regioni Veneto (68,8 per cento) e Trentino-Alto Adige (67,4 per cento). I valori più bassi caratterizzano la Sicilia e la Calabria, rispettivamente 12,8 e 25,0 per cento. La raccolta differenziata riguarda prevalentemente i rifiuti organici e la carta, che rappresentano in peso, rispettivamente, il 43,3 e il 22,5 per cento del totale raccolto con questa modalità; seguono il vetro (12,5 per cento) e la plastica (8,4), mentre le altre tipologie di rifiuto, legno, metallo, tessili, raccolta selettiva, rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche, ingombranti misti a recupero, rappresentano complessivamente il 13,4 per cento del rifiuto differenziato.

La produzione di rifiuti speciali (Tavola 2.8) ammonta nel 2015 a 123,3 milioni di tonnellate, di cui il 7,4 per cento costituito da rifiuti speciali pericolosi. Nei rifiuti speciali non pericolosi circa il 43 per cento è costituito da rifiuti misti dell’attività di costruzioni e demolizioni, mentre per quanto riguarda il quantitativo di rifiuti speciali pericolosi il 13,6 per cento è dato dai veicoli fuori uso in demolizione. Il 57,6 per cento dei rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi) è prodotto nelle regioni del Nord, il 23,9 per cento nelle regioni del Mezzogiorno e il restante 18,5 per cento nelle regioni del Centro.

In valore assoluto le maggiori quantità (superiori a 10 milioni di tonnellate) di rifiuti speciali sono prodotti in Lombardia (28,4 milioni di tonnellate), che da sola produce il 37,3 per cento circa del totale generato in Nord Italia, seguita da Veneto (13,9), Emilia-Romagna (13,1) e Piemonte (10,5). In rapporto alla popolazione, invece, i valori più elevati si rilevano in Valle d’Aosta (oltre 4,9 tonnellate per ogni abitante), Trentino-Alto Adige (3,9) e Emilia-Romagna (2,9). I valori raggiungono il minimo in Calabria, dove risulta prodotta poco più di una tonnellata di rifiuti speciali per abitante (1,1).


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