Altrove si affastellano nomignoli e leggendarie vicende, e come orfani impropri si cerca il successore, come per una crisi di astinenza, per non restare senza un ‘capo dei capi’, per non correre il rischio di esaurire le scorte per mancanza di un “Totò il terribile”, di una “belva”, di un “Capo dei Capi”, come se non bastasse e avanzasse Riina, che ben più efficacemente di ‘u curtu’, in lingua siciliana vuol dire ‘rovina’.
E allora ‘Va all’inferno’ è il solo titolo da incorniciare in attesa che vengano svolte le primarie per partorire il nuovo ‘capo dei capi’, il nuovo ‘Cocò il terribile’, con cui vincere la crisi di astinenza e tornare a tessere trame leggendarie.
La ferocia sanguinaria di Salvatore Riina basterebbe a voler rinunciare ai vezzeggiativi, alle cose deviate che vengono evocate per vagheggiare trame e vicende non riconducibili ai veri responsabili, ai reali mandanti, a coloro che condividono concretamente le nefandezze di salvatore Riiina (Totò il terribile, la belva, il Capo dei Capi, "Totò u Curtu") e dei suoi sodali.
Aveva 87 anni e si ‘proclama’ che comandasse pure se in coma farmacologico in reparto detenuti dell'ospedale di Parma, malagrado due interventi chirurgici, malgrado Riina fosse detenuto in regime di 41 bis. Malgrado tutto ciò si favoleggia e si strilla ai quiattro venti che salvatore Riina da Corleone fosse il ‘capo dei capi’, al quale trovare urgentemente un sostituto (pure se nella realtà non ci fosse), come se tutto questo non fosse un’onta sulla stessa testa dello Stato. Un fallimento, una defaillance senza attenuanti, un delitto contro l’umanità e contro le leggi, l’ultima e la più clamorosa disfatta, un fiasco, una resa, la sconfitta senza appello, una rovina (questa sì, una Riina per noi tutti e per questo irredimibile Paese, che mette a disposizione i mezzi pubblici di comunicazione per costruire ‘eroi’ negativi ma potenti, invincibili, forti più dello stato, bestiali.
Trasformandolo in padre tutto d’un pezzo, inflessibile, mai pentito, coerente e perciò uomo virtuoso, bestia sì ma campione, assassino sì ma un portento, un prodigio, un orco ma non scherzo di natura, una belva ma un asso, un fuoriclasse, un genio, un gigante, un grande, un maestro dell’orrore, un mago, una forza, un astro morente e non più nascente.
Mi chiedo, cosa bisogna essere sotto questo sole italiano per non passare alla storia come un coglione, un cretino, un deficiente, un fesso, un idiota, uno stronzo, un criminale, un macellaio? Con quale organismo deviato dello Stato, della mafia, delle istituzioni, della Massoneria, della politica bisognerebbe avere a che fare?
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