Roma, 5 ottobre 2017 - In Italia, più di 13 milioni di adulti hanno competenze di basso livello. Gli adulti che hanno competenze di basso livello in Italia sono, in gran parte, lavoratori più anziani e
immigrati e sono concentrati nelle imprese più piccole, in settori meno progrediti e nelle
regioni meno sviluppate. Mentre approssimativamente 39% di chi ha un’età compresa tra
25-65 anni possiede un livello basso di competenze, sia di lettura sia matematiche, solo il
14% partecipa alla formazione per gli adulti; il terzultimo risulatato registrato nella Survey
PIAAC. Milioni di questi adulti lavoreranno ancora per decenni e avranno difficoltà ad
adattarsi ai futuri cambiamenti dell’economia e della società.
La maggioranza degli adulti con basse competenze ha dichiarato di non aver partecipato, né aver desiderato partecipare, a percorsi di istruzione o formazione, il che suggerisce che le esigenze dei datori di lavoro in termini di competenze, specialmente in certe regioni italiane e settori produttivi, siano così basse da non motivare i low-skilled a sviluppare le loro competenze. È interessante notare
che tra gli adulti con basse competenze, che si dichiarano pronti a partecipare a corsi di
formazione, l’ostacolo più citato sia rappresentato dalla mancanza di tempo a causa del
lavoro e/o delle responsabilità familiari.
L’Italia, negli ultimi anni, ha fatto notevoli passi in avanti nel miglioramento della
qualità dell’istruzione, come dimostrano, nelle recenti comparazioni internazionali, i risultati
in lettura (reading literacy), in matematica (numeracy) e nelle scienze. Mentre le
performance in matematica sono ormai in linea con la media OCSE, gli studenti italiani
restano, tuttavia, ancora indietro rispetto ai loro pari in altri paesi dell’OCSE per quanto
riguarda lettura e scienze. È necessario uno sforzo costante per migliorare questi risultati
perché le competenze di base, come appunto la lettura e la matematica, rappresentano le
fondamenta per l’apprendimento futuro e influenzano quindi la possibilità di acquisir
ulteriori e più elevate competenze – incluse quelle tecniche, professionali e digitali – lungo
l’arco dell’intera vita.
Un’altra criticità per l’Italia è rappresentata dalla variazione significativa nella performance degli studenti all’interno del Paese, con le regioni del sud che restano molto indietro rispetto alle altre. Per esempio, mentre gli studenti della Provincia Autonoma di Bolzano ottengono risultati estremamente soddisfacenti, in linea con quelli dei Paesi che occupano le posizioni di testa nelle classifiche internazionali, quali ad esempio quelli degli studenti coreani, gli studenti della Campania si collocano più in basso, allo stesso livello di quelli cileni o bulgari.
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