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I NOMADI NON CE L’ANNO FATTA, MA NEMMENO I CANADAIR: E PIRAINO BRUCIA

Piraino (Me), 10 agosto 2017 – I Nomadi non ce l’hanno fatta. L’appello lanciato dal palco di Gliaca di Piraino la sera del 6 agosto, nel corso del loro splendido concerto, è andato in… fumo. Per voce di Sergio Reggioli, violinista, percussioni e interprete di Mediterraneo, il famoso gruppo musicale si era fatto interprete dei sentimenti di chi vede la Sicilia (e l’Italia) andare in fumo a causa di incendi che non possono certo dirsi causati dall’autocombustione di passata memoria.

Reggioli, rivolto al pubblico di Gliaca di Piraino aveva raccontato della sua escursione alle bellezze di Piraino e l’incontro con i volontari e i responsabili della prevenzione incendi, un gruppo interforze preposto all’osservazione e al monitoraggio del territorio per la prevenione degli incendi che in questi giorni stanno divorando la Sicilia intera e che pure qua, a Piraino, aveva già avuto i suoi esiti distruttivi.

Ma ieri pomeriggio, improvvisamente, quando il vento di scirocco soffiava impertinente e stracaldo sulle colline di Piraino e dei Nebrodi, ecco quello che Reggioli, i Nomadi e tutti noi non avrebbero voluto vedere: le fiamme levarsi dal costone del territorio di Piraino che si affaccia sulla splendida baia di Calanovella, Zappardino e Gioiosa Marea, pessime annunciatrici di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Sarebbe bastato un canadair per domare sul nascere quello che si annunciava come un incendio distruttivo e di vasta portata. Niente, gli alberi venivano avvolti dalle fiamme come in un macabro spettacolo, sotto gli occhi di tutti, mentre le oere passavano con gli spettacolo sulla spiaggia, bagnanti sgomenti e disperati all’idea che nessun mezzo aereo si palesava nell’aria.

Così trascorreva la notte, mentre le orchestrine accendevano le loro jmuische e gli occhi non riuscivano a staccarsi da quel cratere di fiamme e cenere.

Stamattina (10 agosto 2017) giorno di San Lorenzo, il rombo di una Canadair svegliava l’intero versante tirrenico Saraceno con le sue secchiate d’acqa tardive ma necessarie.
Fossero intervenuti ieri pomeriggio, al levarsi delle prime fiamme, tutto sarebbe stato più facile. Ma ora non rimane che contare i danni e imprecare. Non certo contro la mala sorte.

I Nomadi hanno fatto il loro bel gesto, molto apprezzato da ognuno, ma i piromani e le cattive cosceineze hanno molta più dimestichezza col fuoco. E la lentezza della burocrazia brucia quanto il fuco devastatore che qualcuno appicca per virtù criminale, per livore, per disprezzo della società, del mondo e della stessa vita, o per bestiale ignoranza, quella che oscura la bellezza e non lascia intravedere la luce. Tenebrbe nel cuore e nella mente.




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