09/07/2017 - Nell’approssimarsi del congresso provinciale per il rinnovo dei vertici del Partito Democratico, interviene il Presidente della Commissione Attività Produttive all’Assemblea Regionale, on. Giuseppe Laccoto: “Il congresso rappresenta un momento di alto confronto che, in Provincia di Messina, dove il Pd viene da un lungo commissariamento, assume un significato ancora più rilevante. La candidatura dell’avvocato Paolo Starvaggi nasce come suggerimento dell’area Renzi con la richiesta di condivisione di tutte le altre componenti storiche del partito, area Dem, Lab Dem, area Orlando (rappresentata dall’on. Panarello) e dall’area Emiliano (rappresentata dal dott. Giuseppe Antoci). La sintesi sul nome di Starvaggi è stata raggiunta sulla scorta delle indicazioni programmatiche e a seguito di diversi incontri finalizzati ad una analisi profonda dei problemi che il partito deve affrontare, oltre a prospettare le soluzioni per superarli.
L’avvocato Starvaggi è un noto professionista prestato alla politica, sicuramente anche vicino alla mia persona, ma la sua candidatura non è frutto di un’imposizione, bensì è espressione di una attenta concertazione, partita dall’analisi dei problemi e giunta all’individuazione delle persone scelte per superare tali difficoltà.
In diversi articoli di stampa, poi, sono stato dipinto come il nuovo “signore delle tessere”. Tale affermazione, però, non risponde alla reale rappresentazione dello stato delle cose. Il sottoscritto, nel periodo di vuoto della dirigenza del partito, è stato sempre un fautore dell’unità. Mi sono sempre preoccupato di tenere uniti nel territorio tanti militanti, specialmente amministratori di Comuni della Provincia con i quali ho avuto la possibilità di condividere momenti di confronto tramite convegni, scambi di idee, preoccupazioni per il futuro delle comunità del territorio prima ancora che per il Pd.
Tutto ciò ha portato i diversi rappresentanti istituzionali e non, nel momento della riorganizzazione del partito, ad attivarsi ed aderire con convinzione ad un preciso progetto politico che parte dal radicamento sul territorio e vuole farsi portavoce delle legittime istanze delle comunità in esso rappresentate.
Ritengo, quindi, che l’unità del partito sia prioritaria e rappresenti un valore aggiunto per superare il momento di vuoto e smarrimento che inevitabilmente si è creato tra iscritti e simpatizzanti. Il Partito Democratico non è terra di conquista, non offre sponde alle correnti o a chi cerca visibilità ad ogni costo, ma vuole essere un partito che offre grandi possibilità di manovra per chiunque abbia voglia di spendersi per la comunità ed offrire il proprio contributo per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo e del bene comune. D’altra parte, gli appuntamenti che ci aspettano nelle prossime tornate elettorali, regionali in autunno, nazionali nel 2018 e amministrative anche nel Comune di Messina, ci impongono unità d’intenti e senso di responsabilità. Non posso condividere la rappresentazione distorta che viene data del Pd e del Congresso, una visione sbagliata che nuoce al partito, ai suoi iscritti e simpatizzanti.
Personalmente non sono un fautore del partito “liquido”, caratterizzato da una linea programmatica non precisamente definita, fondato sulle parole. La strada maestra credo che debba essere rappresentata da un partito radicato nella società, difensore delle istanze e dei valori del popolo Pd. Un partito sempre aperto al confronto con la società civile, rappresentativo della popolazione, di uomini e donne liberi, di giovani, imprenditori e pensionati, portatore sano delle idee e dei principi di milioni di cittadini, a Roma come a Messina”.
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