03/04/2017 – Ma guai a parlare di droga. Per l'omicidio di Emanuele Morganti, avvenuto ad Alatri, parla la fidanzata: "Volevano colpire un altro. Ho visto Emanuele che era scortato da quattro persone. Aveva la maglietta strappata, il sangue vicino la bocca e lui agitato che diceva: 'Ma non sono io ad aver dato fastidio. Non sono io. Perché mi cacciate? Non è giusto'". Così racconta in un'intervista al 'Tempo' Ketty Lisi, la fidanzata di Emanuele Morganti.
Per il suo massacro sono stati arrestati Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, 27 e 20 anni, ora in regime di isolamento nel carcere di Regina Coeli a Roma. L'avvocato di Castagnacci, Tony Ceccarelli, ha deciso di rinunciare all'incarico, “perché in questi giorni sono stati molti i colleghi, anche di indagati più marginali, che sono stati minacciati e malmenati".
Mario Castagnacci era stato fermato a Roma, giovedì 23 marzo, in possesso di centinaia di dosi di droga, ma rilasciato il mattino dopo (con tante scuse?).
Intanto sono stati intensificati i servizi di pattugliamento ad Alatri, in prossimità della discoteca, e in tv si avvicendano psicologi, sociologi, antropologi e opinionisti, impegnati nelle disamine psicologiche e sociologiche più profonde attorno alle dinamiche del branco, del capobranco e dei sodali. Si cerca la nazionalità dei massacratori (albanese o italiana?), l’arma del delitto, il movente, la prova regina e le responsabilità. Ma guai a tirare di mezzo la droga. Droga e denaro, droga e potere divengono in questa triste e schifosa vicenda elementi marginali nell’Italia della droga, nell’Europa delle banche. Quasi da tacere.
Droga e denaro, corruzione e potere sullo sfondo di un tessuto sociale disorientato e gettato al massacro all’inseguimento del denaro e del potere. E la droga gioca in tale contesto un ruolo da comprimario, assieme alla politica corrotta e alle banche.
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